Miopia

La miopia è un disturbo può essere associato anche ad altri difetti visivi, come l’astigmatismo e la presbiopia, e tende a stabilizzarsi dopo i 18 anni. L’occhio della persona miope mette a fuoco le immagini davanti alla retina, pertanto la percezione dell’immagine non è nitida. Questo può accadere perché la curvatura della cornea o del cristallino è maggiore rispetto alla norma o perché il bulbo oculare risulta essere un po’ più lungo del normale.

Il miope tende a strizzare le palpebre cioè a ridurre la fessura palpebrale per migliorare la visione degli oggetti posti ad una certa distanza. Il miope infatti vede male per lontano e, stringendo le palpebre, può modificare sia pure di poco la messa a fuoco, così facendo può vedere meglio. Esistono sostanzialmente due tipi di miopia:

  • miopia semplice: in cui l’occhio non ha variazioni nelle sue strutture; in questo caso l’occhio è sano, cioè non ha alterazioni, per cui con una appropriata lente (occhiai o lenti a contatto) può vedere anche 10/10 cioè avere il massimo dell’acuità visiva.
  • miopia grave o maligna o patologica o malattia degenerativa o miopica: caratterizzata da una serie di alterazioni del bulbo oculare; la struttura che è più frequentemente interessata da alterazioni è la retina per cui l’occhio, spesso anche con le lenti adeguate, ha una visione inferiore a quella normale; più le alterazioni retiniche sono gravi più la vista è ridotta; a volte può essere 7/10, a volte 3/10 e in certi casi anche meno di 1/10.

La miopia è il difetto della vista più diffuso in assoluto: ne è affetto circa il 30 – 35 % della popolazione mondiale e la percentuale è in costante aumento.
L’entità della miopia si misura in base al numero di diottrie negative che bisogna anteporre all’occhio sulle lenti per portare a fuoco i raggi luminosi sulla retina, cioè per far vedere bene senza che l’occhio debba affaticarsi. 
La miopia si definisce lieve fino alle 4 diottrie, media sino alle 8, ed elevata oltre questi valori (talora può raggiungere anche le 20 o 30 diottrie); può comparire già nell’infanzia, ma l’età tipica di insorgenza è quella della pubertà; quella semplice tende ad aumentare con lo sviluppo fisico per stabilizzarsi con l’età adulta; quella patologica chiamata anche degenerativa, aumenta a volte anche durante tutto l’arco della vita e progressivamente compromette le strutture del bulbo oculare. 
I danni si verificano soprattutto a carico un po’ di tutte le strutture dell’occhio (assottigliamento della sclera, maculopatia miopica, alterazioni degenerative della periferia retinica, rottura di retina, distacco di retina, emorragie, membrane retiniche, atrofia, il vitreo si fluidifica e compare il distacco di vitreo; l’occhio con miopia degenerativa è poi quattro volte più a rischio di insorgenza della cataratta di un occhio non miope e presenta con maggior frequenza glaucoma ed altri problemi visivi ed oculari.

Come si corregge

La miopia si corregge con OCCHIALI con lenti negative, cioè divergenti, che spostano l’immagine sul fondo dell’occhio cioè sulla retina rendendo così la visione nitida e chiara (se non ci sono alterazioni della retina). 

MIOPIA LIEVE O SEMPLICE

Il paziente usa occhiali leggeri e lenti sottili (lenti comprese fra 1 e 3-4 diottrie). La miopia tende a fermarsi al completamento dello sviluppo fisico. L’occhio ha forma e dimensioni normali (la lunghezza varia fra 22 e 24 millimetri). L’occhio è sano e tutte le strutture che lo compongono hanno un aspetto normale. La visione (con le lenti) è più o meno normale cioè 10 decimi oppure 9 o 8 decimi

MIOPIA ELEVATA O MALATTIA MIOPICA

Gli occhiali sono pesanti e le lenti sono spesse all’esterno e sottili al centro. La miopia tende a progredire più o meno per tutta la vita ed in maniera irregolare. L’occhio è grande e sporgente (la lunghezza può variare fra 24 e 36 millimetri). L’occhio miope è più o meno “malato” cioè presenta alterazioni in quasi tutte le sue strutture; particolarmente colpita è la retina (degenerazione maculare, emorragie, rotture, etc.) ed il nervo ottico. La visione è più o meno ridotta (anche con lenti) a seconda della maggiore o minore gravità delle alterazioni miopiche dell’occhio (7 o 6 decimi o anche meno).