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Ipovisione

Ipovisione

L’ipovisione è quella condizione di deficit visivo che non permette a un determinato individuo il pieno svolgimento della sua attività di vita sociale e lavorativa e il perseguimento delle sue esigenze ed aspirazioni di vita.
Nello specifico l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) definisce ipovedente il soggetto la cui acuità visiva è compresa fra 1/20 e 3/10 (ipovisione centrale) o il cui campo visivo binoculare sia compreso tra il 20% e il 30% (ipovisione periferica), per cui non sia possibile ottenere miglioramenti di tale condizione con trattamenti medicali, farmacologici o chirurgici.
L’ipovisione è una condizione fortemente invalidante che può interferire con la capacità d’apprendimento, le attività lavorative e l’interazione sociale di una persona.
Le principali cause di ipovisione in Occidente sono la degenerazione maculare, il glaucoma e la retinopatia diabetica.
Per gli ipovidenti è possibile però recuperare una parziale autonomia attraverso l’utilizzo di determinati ausili e lo studio di accorgimenti pratici in modo da massimizzare l’uso del residuo visivo.
Dopo una prima seduta in cui verrà valutata la capacità visiva del paziente, anche attraverso specifici esami, e le sue esigenze (lettura, firma di documenti, guardare la televisione, autonomia di movimento in luoghi sconosciuti …) si procederà alla definizione del miglior ausilio e ad un training per sfruttare al meglio la visione residua.
I principali ausili sono i sistemi ingrandenti ottici e non-ottici, i filtri fotoselettivi o sistemi telescopici.

Esistono poi accorgimenti per modificare l’ambiente domestico o lavorativo in cui l’ipovedente si muove per garantirgli una migliore autonomia e un miglioramento della vita sociale.